sabato 29 marzo 2008

Tutorial per i retini in Photoshop

Miei prodi fanzinari! Da bravo boss sono qui il venerdì notte, invece di ubriacarmi e drogarmi come tutti i boss normali, a scrivere il tutorial su come si impostano e come si usano i retini in photoshop, e l'ho pubblicato sul mio blog personale a questo indirizzo

Se avete dubbi o domande non esistate a chiedere direttamente sul mio blog, a differenza di blogger non c'è bisogno di registrarsi per lasciare commenti, basta scrivere nickname e lasciare l'email (che non verrà MAI mostrata, quindi mettetela senza timori) e lui si ricorderà di voi automaticamente le prossime volte che verrete a trovarmi. Buona lettura!

sabato 22 marzo 2008

Personaggio Enrico IV


Salve! pubblico il primo studio del personaggio di Enrico IV, gli altri sono in fase di realizzazione!

martedì 18 marzo 2008

PERSONAGGI







domenica 16 marzo 2008

Soggetto (Macbeth)

MACBETH

Personaggi: Macbeth, Lady Macbeth, Re Duncan, Le Fatali Sorelle e Banquo.

La breve storia è incentrata sulla genesi della follia di Macbeth. Lo sviluppo avviene su due piani temporali separati: la narrazione comincia mostrando Macbeth che discute con la moglie, che sta tentando di convincerlo a uccidere il re per usurparne la carica. Mentre Macbeth medita sul da farsi, ripensa alla profezia dalle tre Fatali Sorelle, che giorni prima gli avevano annunciato che sarebbe divenuto re: i ricordi vengono esposti attraverso delle immagini, e il lettore scopre così qual è la ragione che induce Macbeth e moglie a contemplare l’omicidio del sovrano. Macbeth decide di agire ricordando una corretta predizione delle streghe, convinto dalla loro affidabilità: esce dalla sua camera, entra nella stanza del re, suo ospite, con un pugnale in mano. Appena prima che compia l’omicidio, altra scena tratta dal passato, con le streghe che annunciano a lui e al suo amico Banquo (un altro nobile) che Macbeth sarebbe sì stato re, ma che i figli di Banquo avrebbero dominato la Scozia per otto generazioni dopo la sua morte. A questo punto pugnala il re dormiente, e la storia si conclude con Macbeth ormai succube del futuro, disgustato dal suo atto e sollevato dalla presunta inevitabilità dello stesso: è questo che lo rende pazzo, la giustificazione di ogni azione attraverso la fatalità del destino.


Magari serve a qualcuno =D

martedì 11 marzo 2008

Personaggi Macbeth (schizzi)








Qualche schizzo.
Forza Inter!

lunedì 10 marzo 2008

Titolo

Post brevissimo per chiedervi il vostro parere sul titolo che avevo in mente perla fanzine:
ATTO PRIMO
un po' perchè è il nostro primo esperimento di autopubblicazione ed un po' perchè è un palese richiamo al teatro.
Vi prego di commentare con i vostri pareri.
Per ulteriori suggerimenti sul titolo consiglio di commentare questo post invece di crearne uno nuovo.

venerdì 7 marzo 2008

STORYBOARD

PUBBLICO LO STORIBORD CHE GIA' VI HO FATTO VEDERE IN CLASSE. STO LAVORANDO AI TESTI CHE COME FORSE VI AVEVO GIA' ACCENNATO CERCHERANNO DI IMITARE ( SCIMMIOTTARE? ) UN MINIMO LO STILE DI SCECSPIR (!!!).

Soggetti

Ragazzi siamo alle porte coi sassi, come si dice a casa mia, stasera Renato deve mandare una notifica a Pagliaro per fargli presente il punto della situazione.
A questo punto tiro un po' le fila dicendo che io avrei intenzione di riadattare l'opera "La patente" di Pirandello, come forma di pazzia nel senso di comportamento stravagante o inusuale. Se qualcuno è contrario parli adesso o taccia per sempre. :-P
Se non ricordo male poi abbiamo il Bakke col Macbeth e Pietro con l'Otello; gli altri?

Alla prossima e scusate se faccio un po' il rompicocomeri.

P.S. Al Titolo stò ancora pensando.
salve! mi è venuto un dubbio..stavo rileggendo il post del bacche di ieri dove ha descritto alcune opere, tra cui i monologhi della vagina. a tutti piace l'idea che lo faccia l'agne, lei compresa, l'unica cosa, non andiamo un pò fuori tema? bene o male l'opera di eve ensler tratta più il tema dell'emancipazione femminile che non il tema della pazzia che abbiamo scelto. secondo me bisognerebbe pensarci su e cercare per l'agne qualche altra cosa, magari sempre al femminile, anche se concordo sul fatto che sia un peccato! fatemi sapere cosa ne pensate! ciao

Estetica Macbeth: film, dvd, qualcuno ha qualcosa?

Sto segnando le parti interessanti di Macbeth dal libro, ma mi sono accorto che inventare tutta la scenografia, costumi compresi, sarebbe un po' folle. Le streghe le faccio come mi piace, ma i vestiti di Macbeth/Duncan/Lady Macbeth penso sia meglio "copiarli" da qualche parte.
Qualcuno (Pietro :D) ha un film di Macbeth? Altrimenti ripiego su Youtube, ma la qualità non è un granché..

Parlando un po' d'altro

Cominco con lo spiegare come mai ho messo il tag "rubriche" a questo post.
Secondo me è così che dovremmo chiamare tutte le pagine extra, naturalmente non tutte saranno effettivamente rubriche, alcune saranno fumetto, era giusto per dare un nome collettivo a quello che non è "fumetto di min 4 pagine obbligato dall'insegnante" (magari questo lo chiamiamo solo fumetto).
In ogni modo non era questo quello che volevo dire. In realtà volevo proporvi di riempire alcune di queste pagine con un fumetto collettivo, come se fossimo dietro le quinte ed i nostri attori si incontrassero, ma sensa uscire dal personaggio; fare un po' di mash insomma.
Che ne dite?
Lasciate i fostri commenti sinceri, la cortesia non ci serve e io non mi offendo mica :-D


Per il boss: al titolo ci stò pensando... presto una entry con le mie idee

Alla prossima

giovedì 6 marzo 2008

buongiorno a tutti! stamani ho letto il commento di sito e mi sono dato un attimo da fare.. sono arrivato in biblioteca ed ho preso in prestito qualche libro, ma ho visto che di libretti teatrali ne hanno un monte. comunque per adesso ho preso l'enricoIV di pirandello, un saggio su beckett, al cui interno c'è tutta l'opera aspettando godot, e il malato immaginario di moliere, che a mio parere sarebbe ottimo per pietro, poichè prima di tutto è una commedia. comunque dopo li porto a comics e se a qualcuno interessa ci possiamo organizzare per delle fotocopie delle parti che interessano. ciao!

mercoledì 5 marzo 2008

Altre opere pazze

DONDOLO
Dondolo è un dramma breve scritto nel 1980 dal drammaturgo irlandese Samuel Beckett e stampato per la prima volta nel 1981. Come negli ultimi lavori beckettiani la forza evocativa scaturisce dall'inazione, sottolineata dal movimento meccanico della vecchia sul dondolo determinato meccanicamente e non da lei, in un continuo ripetersi di frasi che sottolineano l'incessante fluire del tempo e delle cose. Ad accentuare la situazione di straniamento contribuisce la pronuncia delle parole del dramma, recitate dalla voce registrata della donna, mentre quest'ultima si limita a dire, ad intervalli, la parola "Ancora", determinando la continuazione del monologo della voce e l'oscillazione del dondolo sul quale è seduta.

Come in Aspettando Godot, anche qui la scenografia è semplice e ad essere pazzo è tutto il contesto, non i soli personaggi. Immaginate un fumetto di quattro pagine con questa vecchia pazza che risponde "ancora" alla voce fuori campo... mentre dondola.


CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who's afraid of Virginia Woolf?) è un dramma teatrale che ha debuttato a Broadway nel 1962 ed è tuttora plurirappresentato in tutto il mondo.
[...] Martha e George sono una coppia di mezza età che ha invitato a casa un giovane collega di lui e la sua mogliettina. Tra un bicchiere e l'altro, complici l'ora tarda e i fumi dell'alcool, i quattro si addentrano in una specie di "gioco della verità" che porta le due coppie a mettere a nudo tutto di se', soprattutto i padroni di casa. Martha sostanzialmente accusa George di essere un fallito portato in alto professionalmente dal padre di lei, George accusa Martha di essere una bambina viziata buona a nulla, entrambi approfittano dell'ingenuità dei loro due giovani ospiti per prendersi gioco di loro e dei loro problemi di coppia, quasi "invidiati" nella loro leggerezza di fronte ai cocci di un matrimonio ormai in pezzi come quello di Martha e George. In un crescendo di cupezza, Martha e George, lasciati soli dalla fuga dei loro ospiti, si ritrovano a piangere sul cadavere di un figlio immaginario, che George ha approfittato per far "morire". Ma, chissà, forse è l'inizio di un nuovo equilibrio...

Boh, a me non dice granché, però c'è sempre gente ubriaca che sproloquia e un lutto su un cadavere immaginario, magari a qualcuno interessa :D


I MONOLOGHI DELLA VAGINA
monologhi della vagina (The Vagina Monologues) è un'opera teatrale di Eve Ensler del 1996. [...] Ensler ha dichiarato che il suo interesse per le vagine cominciò «crescendo in una società violenta". «L'emancipazione delle donne è profondamente connesso alla loro sessualità» e «io sono ossessionata dall'idea di donne violate e stuprate, e dall'incesto. Tutte queste cose sono profondamente legate alle nostre vagine >>. L'autrice scrisse i Monologhi per celebrare la vagina, che è descritta come sessualmente superiore al pene, in quanto di essa fa parte il clitoride, considerata la sola parte del corpo umano specificamente ed esclusivamente volta al piacere. Ensler considera la vagina come uno strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. Ensler afferma che l'ispirazione alla base dei Monologhi le è venuta grazie a Tina Turner. «Io amo Tina Turner. È una donna che vive completamente la sua vagina.»
[...] Tra i monologhi vi sono:
  • Avevo dodici anni, mia madre mi ha schiaffeggiato (I Was Twelve, My Mother Slapped Me): un coro di voci che descrivono l'esperienza della prima mestruazione.
  • La mia vagina arrabbiata (My Angry Vagina): una donna si sfoga ironicamento per le ingiustizie fatte alla vagina, come gli assorbenti e gli strumenti usati dai ginecologi.
  • La mia vagina era il mio villaggio (My Vagina Was My Village): monologo scritto sulla base delle testimonianze delle donne vittime di stupro in Bosnia.
  • The Little Coochie Snorcher That Could: una donna ricorda esperienze sessuali traumatiche subite durante l'infanzia e una positiva esperienza sessuale con una donna più vecchia che l'ha aiutata a guarire. Questo monologo ha scatenato numerose critiche per via del suo contenuto.
  • La donna cui piaceva rendere le vagine felici (The Woman Who Loved to Make Vaginas Happy): una dominatrice di donne discute gli intriganti dettagli della sua carriera.
  • Perché a lui piaceva guardarla (Because He Liked to Look At It): una donna racconta di come ha cominciato ad amare la sua vagina in seguito ad una esperienza sessuale con un uomo appassionato di vagine.
  • Ero lì nella stanza (I Was There In The Room): un monologo in cui Eve Ensler descrive la nascita di sua nipote.
Be', il potenziale di questa è grandioso, anche se c'è il rischio di prenderla troppo ironicamente, quando certe tematiche invece sono molto serie. Personalmente penso possa venire fuori un fumetto divertente, oltre che intrigante per l'ovvia curiosità che suscita il sesso sul pubblico, soprattutto coi monologhi che ho evidenziato: la prima mestruazione, la donna che si lamenta degli assorbenti e quella che declama i suoi uomini da veterana. Graficamente rappresentare "una donna che parla con la vagina" penso possa essere molto divertente.

Agnese? :D


Documentazione

Salve, credo che oggi tocchi a me scrivere qualcosa, quantomeno per raccontarvi un po' di frustrazione del sottoscritto nella documentazione.
Mi sembra palese che per cominciare un progetto del genere, noi più di altri abbiamo bisogno di una forte base di documentazione da cui partire, ergo eccomi qui che vi vengo in aiuto.
Premetto che le mie braccina corte non mi permettono di arrivare al portafogli figuratevi arrivare alle manopole del motorino per raggiungere la libreria più vicina. Rimangono quindi due strade possibili: la biblioteca pubblica/universitaria e la grandissima baia dei pirati che è la rete.
Se volete la risposta politicamente corretta, ho intravisto subito la scelta più etica e morale e montato in sella al mio bianco destriero sono partito alla volta della biblioteca più vicina somigliando in aspetto ed in eroismo ad un bianco Zorro in jeans.
Se volete la verità mi sono tuffato nelle torbide acque dove nessuno surfa e tutti contrabbandano..
Se volete la verità più cruda il contrabbando di libri e di libretti teatrali FA SCHIFO!
Non si trova un cappero a pagarlo oro.
Non so quante volte avrò scritto "Godot" o "Beckett" in qualsiasi motore di ricerca che esista, puliti o meno. Per non parlare dei titoli che mi sono apparsi quando ho inserito "Università" (intendendo testi universitari) nel campo ricerca del mio programma P2P preferito... Ammetto che fosse troppo vago, un errore da pivelli, ma c'era roba che avrebbe fatto arrossire il calendario del mio carrozziere.
Dopo due estenuanti ore di ricerca secondo voi ho trovato qualcosa di quello gentilmente consigliato dal Bakke? No, nada, niet, nein, etc etc..
Quantomeno non in italiano, per i pratici delle lingue europee sono lieto di annunciare che tutte le opere sono invece disponibili in rumeno all'interno di un singolo file torrent. Evviva!
Decido quindi di ripiegare su autori magari più banali, quali Pirandello e Shakespeare; il P2P non ci viene in contro neanche stavolta, in compenso una boa di salvataggio è disponibile su liberliber.it.
Questo sito è una forma legale di distribuzione di ebook, magari per uso didattico, sottoposto alle più svariate licenze, ma comunque liberamente consultabili e scaricabili dal sito.
Se non avete ancora le idee chiare su cosa fare vi consiglio di darci un'occhiata, quanto meno è una buona base di partenza.

Ora che ho finito di parlare dei fattacci miei spero di esservi stato d'aiuto e di non aver scritto troppi strafalcioni, in fondo è tardi e andrei volentieri a dormire.
Anzi, a dire il vero vado!
Alla prossima.

Qualche consiglio su opere folli / contenenti follia

Visto che Sito preferirebbe non fare qualcosa di Shakespeare, per variare un po' epoca e tematiche, ho pensato di mettere qualche opera "famosa" contenente episodi di follia, o comunque degli eventi che, se osservati da una certa prospettiva, sono interpretabili come psicotici, schizofrenici, ecc...
Sono le prime cose che mi sono venute in mente, poi ne aggiungiamo altri!

UBU RE
Ubu re (in francese, Ubu roi) è un'opera teatrale di Alfred Jarry [...] Quest'opera è considerata come precorritrice del movimento surrealista e del teatro dell'assurdo. Jarry vi mescola provocazione, assurdo, farsa, parodia e umorismo grasso e sbracato.
La pièce segue le avventure di Padre Ubu, «capitano dei dragoni, officiale di fiducia di re Venceslao, decorato con l'ordine dell'aquila rossa di Polonia, ex re d'Aragona, conte di Sandomir», e della Madre Ubu. Il Padre Ubu uccide il re Venceslao e s'impadronisce così del trono; poi uccide i nobili e tutti coloro che l'avevano appoggiato. Ma il Padre Ubu deve diffidare del figlio di Venceslao, il principe Bougrelao, che inavvertitamente ha risparmiato e che spera di riconquistare il trono di suo padre.

Non so quanto possa interessare, la differenza che lo separa Shakespeare è evidente: qui non sono i personaggi ad essere pazzi, è l'intera struttura ad esserlo. Una follia che coinvolge scena, atmosfera e contesto, non solo il singolo attore.

ASPETTANDO GODOT
Aspettando Godot è la più famosa opera teatrale di Samuel Beckett, che viene considerata tra le più rappresentative del cosiddetto "teatro dell'assurdo"[...]
Vladimiro (chiamato anche Didi) ed Estragone (chiamato anche Gogo) stanno aspettando su una desolata strada di campagna un "certo Signor Godot". Ma questo personaggio non appare mai sulla scena, limitandosi a mandare un ragazzo il quale dirà ai due protagonisti che "oggi non verrà, ma che verrà domani".
I due uomini, vestiti come barboni, si lamentano continuamente del freddo, della fame e del loro stato esistenziale; litigano, pensano di separarsi (anche di suicidarsi) ma alla fine restano l'uno dipendente dall'altro.
Ad un certo punto della pièce arrivano altri due personaggi: Pozzo e Lucky. Pozzo, che si definisce il proprietario della terra sulla quale Vladimiro ed Estragono stanno, è un uomo crudele e al tempo stesso "pietoso", tratta il suo servo Lucky come una bestia, tenendolo al guinzaglio con una lunga corda. Escono di scena. Didi e Gogo, dopo aver avuto l'incontro del ragazzo "messaggero di Godot", rimangono fermi mentre dicono "andiamo, andiamo".
Il secondo atto differisce solo in apparenza dal primo: Vladimiro ed Estragone sono di nuovo nello stesso posto della sera precedente. Continuano a parlare (a volte con "non senso" a volte utilizzando luoghi comuni, detti popolari, anche con effetti comici. Ritornano in scena Pozzo, che è diventato cieco, e Lucky, che ora è muto. Escono di scena. Rientra il ragazzo che dice che anche oggi il Signor Godot non verrà. Esce. E Vladimiro ed Estragone rimangono lì mentre dicono "andiamo, andiamo"..

Stesso discorso di prima, ovvero follia - in questo caso intesa come assurdità, parzialmente nonsense - estesa a tutta l'opera: struttura, scena, attori, eventi, dialoghi. Oltre ad essere un'opera famosa e rappresentativa della follia, penso sia divertente da realizzare... oltre che semplice: se non ricordo male l'ambientazione è un semplice albero senza foglie. Ma potrei sbagliare =D
ps. Se qualcuno lo volesse posso prestarglielo.

IL SONNO DELLA RAGIONE
Autore: Buero Vallejo
Madrid, dicembre 1823. E in atto la persecuzione dei liberali, dopo il ritorno al potere assolutista di Ferdinando VII. Nella Quinta del Sordo, dove si è ritirato con la giovane amante, il vecchio Goya, isolato da anni nella sordità, malato e impotente, dipinge sulle pareti della casa le famose "pitture nere", in cui da forma a terribili immagini oniriche che portano all'estremo le tematiche precedenti dei "Caprichos", la violenza e crudeltà degli esseri umani, la degradazione mostruosa della superstizione e dell'ignoranza e della guerra, e in prima persona sperimenta, dopo le utopiche speranze della ragione illuminista, le paure dell'assedio violento e maligno del potere. Un dramma sulla perenne condizione dell'artista, sulla sua necessità di libertà morale e di testimonianza, anche quando la ragione è minacciata dalle ombre.

Questo non l'ho letto, ma Buero Vallejo è bravissimo, e sicuramente Goya sarebbe interessante da rappresentare. Qui si rientra nella fascia di "follia personale", anche se indotta dall'ambiente esterno (sai che casino documentarsi).

CALIGOLA
Caligola è un'opera teatrale di Albert Camus [...] Testo incentrato sul delirio del potere, venne rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1945 [...]
"Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia, la poesia provoca l’azione e il sogno la realizza. Lui fa ciò che sogna di fare. Lui trasforma la sua filosofia in cadaveri. Voi dite che è un anarchico. Lui crede di essere un artista. Ma in fondo non c’è differenza. Io sono con voi, con la società. Non perché mi piaccia. Ma perché non sono io ad avere il potere, quindi le vostre ipocrisie e le vostre viltà mi danno maggiore protezione - maggiore sicurezza - delle leggi migliori. Uccidere Caligola è darmi sicurezza. Finché Caligola è vivo, io sono alla completa mercé del caso e dell’assurdo, cioè della poesia."

Anche qui, purtroppo, conosco solo per fama. Camus è uno dei miei autori preferiti, ma ho letto solo i romanzi, che sono bellissimi: questa opera è considerata uno dei capolavori, ma soprattutto secondo me è appropriata al tema, vista la storica follia di Caligola, in pratica una personificazione della pazzia nella cultura popolare.

LA CASA DI BERNARDA ALBA
Tutto ha inizio dopo il funerale del secondo marito di Bernarda Alba. Bernarda pretende di mantenere lutto stretto per otto anni. Decreta, così, alle sue cinque figlie, un dolore che somiglia più alla sentenza di un severo giudice. Così vive Bernarda: gli unici doveri che conosce sono reprimere, controllare, vigilare e castigare. [...] Una notte, como accade quasi tutte le notti, Pepe si incontra con Adela; Martirio, che già da un po' aveva scoperto la tresca, blocca Adela e, urlando, fa svegliare tutta la casa. Bernarda, allora, scopre la relazione di Adela, va fuori - dove si era nascosto Pepe - e spara col suo fucile. Rientrata, dice di aver ucciso Pepe - anche se non è vero -, Adela scappa in camera sua e si impicca. Quando le donne entrano nella stanza di Adela vedono il raccapricciante spettacolo. Bernarda ordina di non piangere e di dire, in paese, che Adela è morta vergine, quando in realtà era incinta di Pepe il Romano.

Questa è un'opera di Lorca, ce l'ho in lingua originale e ho pure una relazione interessante (ci sono anche diverse simbologie da utilizzare, ad esempio la luna veniva sempre associata alla morte, le finestre sono l'unica fonte di comunicazione con l'esterno, ecc...) per chi fosse interessato.
La folle qui è la madre, che chiude in casa le sue figlie per anni (mi pare 15, ma potrei delirare) per rispettare il lutto del marito: le bastona, le obbliga e le costringe a comportarsi in un certo modo. Alla fine c'è la frase più pazza, detta con contegno, il che la rende ancora più inquientate: sua figlia si è impiccata perché credeva morto il suo amante (aveva una relazione segreta), ed era incinta, e la madre commenta con un freddo "mia figlia è morta vergine", dopo un attimo di silenzio.
Insomma, immaginatevi questa cicciona da capelli e vesti nere col bastone in mano, che di fronte al cadavere della figlia, appeso al soffitto, con la panciona, dice una frase simile.
L'opera è ambientata totalmente all'interno della casa.

ORESTEA
Qui si va sul classico, Eschilo, una trilogia di tragedie greche che ha per protagonista Oreste.

[...] Delle trilogie di tutto il teatro greco classico, è l'unica che ci sia pervenuta per intero. In questo periodo, Atene è al culmine dell'egemonia economica e militare. Le tragedie che la compongono rappresentano, in tre episodi, un'unica storia, le cui radici affondano nella tradizione mitica dell'antica Grecia: l'assassinio di Agamennone da parte della moglie Clitemnestra, la vendetta del loro figlio Oreste, che uccide la madre, la follia del matricida e la sua redenzione finale ad opera del tribunale dell'Areopago. [...]
Dopo che Clitennestra ha ucciso il marito, è il figlio Oreste che vuole vendicarsi della madre. Nel prologo, Oreste, accompagnato da Pilade, giunge presso la tomba del padre Agamennone, davanti al palazzo di Argo.
Entrano in scena Elettra e le donne del Coro: a loro Clitennestra, sconvolta da un sogno (partoriva un serpente che le mordeva il seno succhiando, così, latte e sangue), ha ordinato di offrire libagioni al defunto.
Elettra invoca il dio Hermes, chiedendo pietà per sé e per il fratello Oreste, mentre le coefore la esortano anche a chiedere che venga un dio o un uomo capace di vendicare l'omicidio di Agamennone: Egisto e Clitennestra non meritano altro che la morte. Intanto Oreste si era già recato sulla tomba del padre. Se ne accorse solo Elettra che notò vicino alla tomba di Agamennone le impronte del fratello e sulla tomba un ciuffo dei suoi capelli.
A quel punto Oreste, che si era nascosto nel cimitero, si mostra, e i due fratelli, dopo qualche esitazione, si riconoscono, e Oreste spiega come sia stato il dio Apollo a ordinargli di vendicare il padre uccidendo Clitennestra, e proprio per questo scopo Oreste è tornato. I due invocano l'anima del padre perché li protegga, mentre si accingono a compiere la vendetta.
Oreste espone il suo piano, al quale dà esecuzione subitanea. Si presenta alla madre, che non lo riconosce, con la notizia della propria morte. Clitennestra appare triste (difficile dire se è tristezza vera o simulata), e manda a chiamare Egisto. Quando questi sopraggiunge, Oreste lo uccide e in successione anche la madre, che invano vuole risvegliargli la pietà, ricordandogli di quando si prendeva cura di lui da bambino.
La terribile vendetta è compiuta, ma appena ciò accade, appaiono le terribili Erinni, dee vendicatrici dei delitti. Spaventato, Oreste fugge inseguito da esse. [...]

Di solito è considerato folle il fatto che Oreste uccida accusando gli dei di non essere intervenuti in suo soccorso (o meglio, di non aver adempito la vendetta al posto suo), senza assumersi le responsabilità dell'atto. Naturalmente, visto il linguaggio arcaico, qui secondo me ci sarebbe da interpretare parecchio, ma potrebbe venire comunque un ottimo lavoro, soprattutto approfondendo la tematica religiosa e la follia che può originare.




OOOOOK. Perdonate gli errori grammaticali, ho sonno, infatti vado a letto.
GNA GNA
BAU
MIAAAAO
WUF WUF
PFFFTS.

Un saluto dal vostro Boss

Benvenuti nel blog ufficiale della nostra Fanzine!

Perchè mai un blog? Perchè il blog, ai suoi albori, è nato per progetti simili: è ottimo per coordinarsi, per condividiere informazioni (le etichette a fondo post servono appunto per aiutarsi a cercare le informazioni che ci servono) ed è quindi cosa buona e giusta utilizzarlo. Lode quindi al Pagliaro per averci indirizzato all'idea.

Come utilizzeremo questo blog?
Innanzitutto durante la prima fase del progetto ci sarà utile avere informazioni sull'argomento che dobbiamo trattare. Abbiamo la follia nelle opere teatrali, non è troppo banale da cercare in giro, perciò qualunque cosa troviate o sappiate sarebbe bene condividerla con tutti gli altri tramite blog. Cercate di mettere titoli ed etichette coerenti con il contenuto del post, in questo modo si aiuta tutti gli altri a trovare le cose che possono servire.

Nelle fasi successive il blog ospiterà 1) i vostri resoconti settimanali, il che aiuterà me a mandare la mail settimanale al Furer Pagliaro e inoltre farà anche buona figura visto che lui stesso verrà presumibilmente a visitarci e potrà giudicare se e quanto lavoriamo, e 2) vostri scritti su eventuali approfondimenti a quello che fate nella vostra storia. Arriverete a fare ragionamenti e giustificherete razionalmente (forse) delle scelte durante la creazione della storia, perciò non abbiate paura a metterle su piazza: possono essere utili sia a voi sia agli altri.

Infine usate i commenti! Se qualcosa non è chiara, se avete domande, se volete far notare un errore, se siete in disaccorso, se volete complimentarvi, se volete sapere quante volte il bakke va in bagno ora che fa la dieta vegetariana, COMMENTATE I POST. Ci si può discutere tranquillamente tramite commenti, come se fossimo in un forum, perciò usateli e abusatene.

Ho sproloquiato a sufficienza...
Mi raccomando, la parola d'ordine è "diamoci dentro"... si, in effetti sono due parole, ma l'idea è quella. Avete sentito il discorso in classe, no? Vediamo di dimostrare che noi siamo tutti tra quegli "uno su trenta" che hanno le carte in regola per trovare lavoro nel campo. La nostra sarà la fanzine più figa. Avanti con le info!