mercoledì 2 luglio 2008

COPERTINA



VISTO CHE HO UN MINUTO, INSERISCO LA COPERTINA SUL BLOG GIUSTO PER COMPLETEZZA.

lunedì 23 giugno 2008

ENRICO IV






spreriamo che la fanzine venga bene! :)

venerdì 20 giugno 2008

Articolo Agnese - definitivo

IL TEATRO DELL’ASSURDO

Il teatro dell’assurdo nasce in Europa negli anni cinquanta e sessanta, nominato dal critico Martin Esslin nel 1961 come titolo di una sua pubblicazione: The Theatre of the Absurd.

Il nucleo del teatro dell’assurdo si basa sul concetto filosofico di assurdità dell’esistenza, riferito alla corrente dell’esistenzialismo nel corso dei trenta anni precedenti. Solo che queste domande sono celate dall’assurdità dei dialoghi spesso non legati fra loro senza alcun motivo, spesso senza senso, ironici nonostante le condizioni dei personaggi non siano le più adatte per poterlo essere, essendo spesso simili a quelle di un dramma. La trama stessa pare non vada a parare da nessuna parte, finché non arriviamo al punto in cui ci chiediamo se la storia abbia realmente un senso,un messaggio, o se l’autore abbia solo voglia di prendersi gioco della nostra attenzione. Cosa fa scorrere allora il racconto, se le frasi spesso non sono relazionate, se ancora non riusciamo a capire il senso della storia? Sono le emozioni.

Se prendiamo ad esempio l’opera di Samuel Beckett Aspettando Godot ci troviamo di fronte a un mondo reale, ma procedendo ci rendiamo conto che i personaggi sembrano essere fuori dalla realtà coscientemente, come in una sorta di dormiveglia infinito.

I due protagonisti, Vladmiro ed Estragone (detti Didi e Gogo) aspettano un certo Godot ai piedi di un albero ( e non ci viene spiegato per certo il motivo), ma questo Godot non arriverà probabilmente mai, almeno non nel tempo a noi concesso di osservare una piccola parte della loro vita. E’ un po’ come quando siamo alla fermata dell’autobus e ci troviamo “costretti” ad ascoltare i discorsi degli altri passeggeri in attesa mentre parlano al cellulare: conosciamo un piccolo pezzo di loro, ma non sapremo mai qual è il senso della loro vita, né il senso delle parole che sentiamo.

La trama di Aspettando Godot metaforicamente è un cerchio che si ripete. Godot gli dà buca ogni giorno,e loro ogni giorno stanno lì ad aspettare speranzosi, passando il tempo a parlare liberamente fregandosene se i loro discorsi sono senza senso, o se sembrano fatti senza l’uso della ragione umana. E man mano che ci avviciniamo alla conclusione, capiamo che ai protagonisti non sembra interessare realmente che arrivi Godot a dare un senso alle loro giornate di attesa, piuttosto gli interessa il tempo stesso trascorso ad aspettarlo, o, forse, neanche quello. Nel teatro dell’assurdo niente è certo e niente nasconde un senso preciso, non c’è alcun arrivo, nessuna verità, nessun unico, preciso pensiero.

Sembra un controsenso se pensiamo che Beckett era un grande amatore delle parole. Uno dei pochi a scrivere anche in lingue straniere, si soffermava moltissimo tempo a cercare la parola giusta, quella che esprimesse esattamente il concetto che voleva descrivere.

E se proprio ci risulta difficile entrare in questo meccanismo fuori dalla ragione, un punto reale a cui possiamo aggrapparci c’è: sì, insomma, a quanti di noi non è mai stata data buca?

E se questo articolo vi è sembrato incomprensibile non vi preoccupate, fa tutto parte del teatro dell’assurdo.

Articolo Agne

IL TEATRO DELL’ASSURDO

Il teatro dell’assurdo nasce in Europa negli anni Cinquanta e Sessanta,nominato dal critico Martin Esslin nel 1961 come titolo di una sua pubblicazione: “The theatre or the Assurd”.

Il nucleo del teatro dell’assurdo si basa sul concetto filosofico di assurdità dell’esistenza,riferito alla corrente filosofica dell’esistenzialismo nel corso dei 30 anni precedenti. Solo che queste domande sono celate dall’assurdità dei dialoghi spesso non legati fra loro senza alcun motivo, spesso senza senso,ironici nonostante le condizioni dei personaggi non siano le più adatte per poterlo essere,essendo spesso simili a dei dramma. La trama stessa ci pare non vada a parare da nessuna parte, finchè non arriviamo al punto in cui ci chiediamo se la storia abbia realmente un senso,un messaggio,o se l’autore abbia solo voglia di prendersi gioco della nostra attenzione. Cosa fa scorrere allora il racconto,se le frasi spesso non sono relazionate,se ancora non riusciamo a capire il senso della storia?Sono le emozioni.

Se prendiamo ad esempio l’opera di Samuel Beckett “Aspettando Godot” ci troviamo di fronte ad un mondo reale,ma procedendo ci rendiamo conto che i personaggi sembrano essere fuori dalla realtà coscientemente,come in una sorta di dormiveglia infinito.

I due protagonisti, Vladmiro ed Estragone (detti Didi e Gogo ) aspettano un certo Godot ai piedi di un albero ( e non ci viene spiegato per certo il motivo) ma questo Godot non arriverà probabilmente mai, almeno nel tempo a noi concesso di osservare una piccola parte della loro vita. E’ un po’ come quando siamo alla fermata dell’autobus e ci troviamo “costretti” ad ascoltare i discorsi degli altri passeggeri in attesa con noi a cui squilla il cellulare. Conosciamo un piccolo pezzo di loro,ma non sapremo mai qual è il senso della loro vita,nè il senso delle parole che sentiamo.

La trama di Aspettando Godot metaforicamente è un cerchio che si ripete. Godot gli da buca ogni giorno,e loro ogni giorno stanno lì ad aspettare speranzosi,passando il tempo a parlare liberamente fregandosene se i loro discorsi sono sensa senso, o se sembrano fatti senza l’uso della ragione umana. E man mano arrivando alla fine,capiamo che ai protagonisti non sembra interessare realmente che arrivi Godot che dia un senso al tempo trascorso ad aspettarlo,bensì il tempo stesso trascorso ad aspettarlo,o ,forse,neanche quello. Nel teatro dell’assurdo niente è certo e niente nasconde un senso preciso,non c’è alcun arrivo,nessuna verità, nessun unico, preciso pensiero .

Sembra un controsenso se pensiamo che Beckett fosse un grande amatore delle parole. Uno dei pochi a scrivere anche in lingue straniere,si soffermava moltissimo tempo a cercare la parola precisa che esprimesse esattamente il concetto che volesse descrivere.

E se proprio ci risulta difficile entrare in questo meccanismo fuori dalla ragione,un punto reale a cui possiamo aggrapparci c’è. Sì insomma, a quanti di noi non è mai stata data buca?

E se questo articolo vi è sembrato incomprensibile non vi preoccupate,fa tutto parte del teatro dell’assurdo.

venerdì 13 giugno 2008

ASTOLFO SULLA LUNA!


ta-dan! fatemi sapere come vi sembra!
pietro dove sei finito ci serve la copertina! :)

domenica 8 giugno 2008

Opera di ristrutturazione


Ho cominciato oggi la ristrutturazione della pagina extra del fante... Non è ancora al suo meglio, ma ho potuto dedicargli pochissimo tempo, l'angolo in alto a sinistra non è ancora allineato, provvederò appena possibile. Qua a fianco intanto potete ammirare il risultato parziale :-D

... Commenti?

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lunedì 26 maggio 2008

Macbeth + Extra






Pagina Extra!

lunedì 19 maggio 2008

PAGINE EXTRA



ECCO LE VIGNETTE SATIRICHE SU OTHELLO...
BAKKE GUARISCI !!!!