mercoledì 5 marzo 2008

Altre opere pazze

DONDOLO
Dondolo è un dramma breve scritto nel 1980 dal drammaturgo irlandese Samuel Beckett e stampato per la prima volta nel 1981. Come negli ultimi lavori beckettiani la forza evocativa scaturisce dall'inazione, sottolineata dal movimento meccanico della vecchia sul dondolo determinato meccanicamente e non da lei, in un continuo ripetersi di frasi che sottolineano l'incessante fluire del tempo e delle cose. Ad accentuare la situazione di straniamento contribuisce la pronuncia delle parole del dramma, recitate dalla voce registrata della donna, mentre quest'ultima si limita a dire, ad intervalli, la parola "Ancora", determinando la continuazione del monologo della voce e l'oscillazione del dondolo sul quale è seduta.

Come in Aspettando Godot, anche qui la scenografia è semplice e ad essere pazzo è tutto il contesto, non i soli personaggi. Immaginate un fumetto di quattro pagine con questa vecchia pazza che risponde "ancora" alla voce fuori campo... mentre dondola.


CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who's afraid of Virginia Woolf?) è un dramma teatrale che ha debuttato a Broadway nel 1962 ed è tuttora plurirappresentato in tutto il mondo.
[...] Martha e George sono una coppia di mezza età che ha invitato a casa un giovane collega di lui e la sua mogliettina. Tra un bicchiere e l'altro, complici l'ora tarda e i fumi dell'alcool, i quattro si addentrano in una specie di "gioco della verità" che porta le due coppie a mettere a nudo tutto di se', soprattutto i padroni di casa. Martha sostanzialmente accusa George di essere un fallito portato in alto professionalmente dal padre di lei, George accusa Martha di essere una bambina viziata buona a nulla, entrambi approfittano dell'ingenuità dei loro due giovani ospiti per prendersi gioco di loro e dei loro problemi di coppia, quasi "invidiati" nella loro leggerezza di fronte ai cocci di un matrimonio ormai in pezzi come quello di Martha e George. In un crescendo di cupezza, Martha e George, lasciati soli dalla fuga dei loro ospiti, si ritrovano a piangere sul cadavere di un figlio immaginario, che George ha approfittato per far "morire". Ma, chissà, forse è l'inizio di un nuovo equilibrio...

Boh, a me non dice granché, però c'è sempre gente ubriaca che sproloquia e un lutto su un cadavere immaginario, magari a qualcuno interessa :D


I MONOLOGHI DELLA VAGINA
monologhi della vagina (The Vagina Monologues) è un'opera teatrale di Eve Ensler del 1996. [...] Ensler ha dichiarato che il suo interesse per le vagine cominciò «crescendo in una società violenta". «L'emancipazione delle donne è profondamente connesso alla loro sessualità» e «io sono ossessionata dall'idea di donne violate e stuprate, e dall'incesto. Tutte queste cose sono profondamente legate alle nostre vagine >>. L'autrice scrisse i Monologhi per celebrare la vagina, che è descritta come sessualmente superiore al pene, in quanto di essa fa parte il clitoride, considerata la sola parte del corpo umano specificamente ed esclusivamente volta al piacere. Ensler considera la vagina come uno strumento di emancipazione, attraverso il quale le donne possono ottenere una completa femminilità e sviluppare la propria individualità. Ensler afferma che l'ispirazione alla base dei Monologhi le è venuta grazie a Tina Turner. «Io amo Tina Turner. È una donna che vive completamente la sua vagina.»
[...] Tra i monologhi vi sono:
  • Avevo dodici anni, mia madre mi ha schiaffeggiato (I Was Twelve, My Mother Slapped Me): un coro di voci che descrivono l'esperienza della prima mestruazione.
  • La mia vagina arrabbiata (My Angry Vagina): una donna si sfoga ironicamento per le ingiustizie fatte alla vagina, come gli assorbenti e gli strumenti usati dai ginecologi.
  • La mia vagina era il mio villaggio (My Vagina Was My Village): monologo scritto sulla base delle testimonianze delle donne vittime di stupro in Bosnia.
  • The Little Coochie Snorcher That Could: una donna ricorda esperienze sessuali traumatiche subite durante l'infanzia e una positiva esperienza sessuale con una donna più vecchia che l'ha aiutata a guarire. Questo monologo ha scatenato numerose critiche per via del suo contenuto.
  • La donna cui piaceva rendere le vagine felici (The Woman Who Loved to Make Vaginas Happy): una dominatrice di donne discute gli intriganti dettagli della sua carriera.
  • Perché a lui piaceva guardarla (Because He Liked to Look At It): una donna racconta di come ha cominciato ad amare la sua vagina in seguito ad una esperienza sessuale con un uomo appassionato di vagine.
  • Ero lì nella stanza (I Was There In The Room): un monologo in cui Eve Ensler descrive la nascita di sua nipote.
Be', il potenziale di questa è grandioso, anche se c'è il rischio di prenderla troppo ironicamente, quando certe tematiche invece sono molto serie. Personalmente penso possa venire fuori un fumetto divertente, oltre che intrigante per l'ovvia curiosità che suscita il sesso sul pubblico, soprattutto coi monologhi che ho evidenziato: la prima mestruazione, la donna che si lamenta degli assorbenti e quella che declama i suoi uomini da veterana. Graficamente rappresentare "una donna che parla con la vagina" penso possa essere molto divertente.

Agnese? :D


2 commenti:

$ito ha detto...

I MONOLOGHI DELLA VAGINA
[...]
La mia vagina arrabbiata (My Angry Vagina): una donna si sfoga ironicamento per le ingiustizie fatte alla vagina, come gli assorbenti e gli strumenti usati dai ginecologi.
[...]
Agnese? :D

Perchè abbiamo pensato la stessa cosa???
Comunque la parte del monologo che ho evidenziato mi sembra quella che si presta meglio.

Agne Guala ha detto...

Sì,in effetti mi piacerebbe un sacco farlo.
Vi mando un bacio a tutti malaticcio,perchè sono a casa con quasi 39 di febbre.Fatemi poi sapere che avete fatto e detto oggi,dato che non c'ero.